BRACCANO, CUSTODIRE LA MEMORIA PER CONTINUARE A LOTTARE

Commemorazione della Brigata Partigiana "Maiella" presso il Museo della Resistenza di Braccano di Matelica

A 80 anni dalla nascita della Brigata Maiella, lo SPI CGIL di Macerata ha intrapreso un’operazione di custodia della memoria di quello che ha significato la formazione partigiana per il nostro territorio.

 Martedì 25 giugno, nell’ambito dell’iniziativa “Dalla Maiella a San Vicino”, abbiamo ascoltato le testimonianze e le storie delle donne e degli uomini, le compagne e i compagni che hanno combattuto sui monti e sulle pianure marchigiane contro il nazifascismo.

L’evento si è svolto al Museo della Resistenza di Braccano di Matelica, paese purtroppo conosciuto per l’eccidio del 24 marzo 1944. In quella data, in risposta alle attività partigiane nella zona, le truppe tedesche e i collaborazionisti fascisti organizzarono un rastrellamento a Braccano. Un’azione militare mirata a catturare o eliminare i partigiani nascosti nei territori occupati. In questo caso specifico, l’obiettivo era reprimere duramente qualsiasi forma di resistenza nella regione.

Durante il rastrellamento, furono catturati numerosi civili, accusati di collaborare con i partigiani o di essere essi stessi partigiani. Gli arrestati furono brutalmente interrogati, torturati e, infine, sommariamente giustiziati. Il bilancio delle vittime fu tragico: diversi abitanti del borgo persero la vita, tra cui donne e anziani, colpevoli solo di essere presenti sul luogo.

L’importanza della memoria

La presenza all’iniziativa di giovani universitari rappresenta la necessità di custodire la memoria di quello che è successo. Non solo memoria passiva però, come si è detto anche durante gli interventi.

Custodire la memoria, tramandare la consapevolezza dell’orrore dei fascismi e delle guerre, serve a responsabilizzare la collettività, soprattutto quella delle giovani generazioni. Affinché gli errori del passato non si ripetano, affinché oggi si possa lottare contro ogni forma di autoritarismo, è necessaria innanzitutto la consapevolezza di ciò che è stato il nostro passato, e di ciò che sappiamo non dovrà essere più.

Ricordare per lottare

Lo SPI CGIL è impegnato in un’opera sistematica e fondamentale di trasmissione della memoria. La memoria del passato è l’arma più potente per contrastare, oggi, l’avanzata delle destre in Europa, per contrastare la cultura dell’emarginazione e della guerra classista.

Le lotte partigiane sono state un passaggio essenziale per l’unità di quell’Italia lacerata dalla guerra e dal fascismo, unità che oggi è messa a repentaglio dalle riforme in atto, in particolare l’autonomia differenziata.

Così come, ad oggi, è impossibile negare l’attualità dell’antifascismo e del pericolo di deriva autoritaria che sta coinvolgendo l’Italia. La riforma elettorale a indirizzo Presidenziale non è altro che un cavallo di Troia per quelle destre che aspirano a rimettere in piedi un sistema nel quale un “uomo” solo al comando (o una donna, nel caso d’oggi) possa attirare a sé una quantità di poteri tale da mettere a repentaglio gli equilibri istituzionali che la nostra Costituzione aveva stabilito, proprio a garanzia della democrazia.

La partecipazione come antidoto ai fascismi

Dare vita a iniziative come quella di Braccando, in ricordo della Brigata Maiella ha anche il senso di tenere viva la collettività. Creare momenti di confronto, di partecipazione, per lo SPI è il primo antidoto contro l’indifferenza.

Lo dimostrano i dati di questi giorni sulle elezioni Europee e amministrative, con un dato di astensionismo che ha raggiunto livelli record. Un pericoloso campanello d’allarme per noi, perché il disinteresse e l’assenza di partecipazione sono l’anticamera dei totalitarismi. Allontanare la collettività dalla discussione pubblica, renderla indifferente a ciò che accade, è il primo passo per la cancellazione del pensiero critico, terreno fertile per le democrazie “autoritarie”.

Allora la tappa di Braccano è solo una delle tante, nelle iniziative dello SPI CGIL, che hanno questi obiettivi qua, ricordare, trasferire la memoria, consolidare la consapevolezza di ciò che siamo stati e di ciò che sappiamo non voler più essere. Passare il testimone alle nuove generazioni, le prime che non avranno più un contatto diretto con i testimoni oculari degli orrori del Novecento, ma che avranno la responsabilità di far si che tutto quello che è successo in Europa, in Italia, a Braccano, non sia stato del tutto inutile.