20 Giugno2015 – Roma”Fermiamo la strage subito” – Il messaggio di Don Ciotti

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Il messaggio di Don Luigi Ciotti

“Cari amici,11 anni fa, il 20 giugno 2004, moriva Tom Benetollo, grande punto di riferimento del pacifismo e dell’associazionismo nel nostro Paese. La sicurezza, scriveva in quei giorni, è diventata un tomem da adorare incondizionamente ed invocava una dichiarazione di indipendenza dalla prassi di cavalcare la paura per conquistare facili consensi. La sicurezza, ricordava Tom, si gioca sul piano dell’inclusione, della prossimità e della giustizia sociale. Dalla capacità d’incontrare gli altri, di conoscerli e ancora prima di riconoscerli. Mai come adesso quelle parole suonano attuali. Le tragedie dell’immigrazione – i morti in mare e nei deserti, i respingimenti alle frontiere e la vergogna dei centri d’identificazione e espulsione – nascono da un naufragio delle coscienze e da un’esplosione delle parole.
Si sente parlare di scabbia, di topi, di spazzatura. S’invocano interventi militari. Al Papa che chiede perdono per chi alza i muri reali e mentali, si risponde arroganti di non avere nulla di cui farsi perdonare. La ricerca del consenso, cioè del potere, è ormai la peste del nostro tempo. Peste che  imbarbarisce i linguaggi, inaridisce i cuori e svuota le coscienze.
11110229_10203365097361851_9222344210370259894_nNessuno nega che un’immigrazione di tale portata – abbiamo superato di gran lunga i 50 milioni di profughi dell’ultima guerra mondiale – richieda un governo del fenomeno, una distribuzione dell’impegno, investimenti mirati, collaborazioni non solo dichiarate e soluzioni che tengano conto della difficoltà economica in cui versano molti Paesi. Ma ci sono alcuni punti da tenere fermi. 8972_254596524726649_1973531104216540215_nIl primo è che il mondo occidentale non può continuare a non occuparsi (al di là delle parole) di un fenomeno che ha in gran parte provocato. Quelle migrazioni sono frutto anche di un sistema economico che ha depredato dovunque risorse, desertificato territori, generato conflitti e povertà. La retorica dell’invasione e del nemico alle porte, è un mezzo scaltro per coprire le responsabilità, trasformando la vittima in aggressore.

11012804_10203365098921890_1501445370011970961_nIl secondo punto è che un’Europa che gioca a scaricabarile con le vite di tanti “poveri cristi”, è un’Europa che tradisce gli ideali per cui è nata. Le immagini dei respingimenti alle frontiere, in deroga a Schengen, o di quei giovani costretti a trovare riparo sugli scogli, ultimo baluardo di una dignità negata, avrebbero disgustato chi si è speso per un’Europa dell’accoglienza, del lavoro, della giustizia sociale, della pace.  Il terzo punto è che la tutela dei diritti non è solo una questione etica. L’economia del profitto, con la sua visione ristretta e a senso unico, ci ha portato sull’orlo della bancarotta; solo un’economia fondata sull’ecologia dell’ambiente e della vita umana, delle sue speranze e bisogni, garantirà una rinascita, un progresso sociale, civile, economico. Il quarto è ultimo punto è che nessuno può essere condannato a vita dal suo luogo di nascita. Un mondo dove viene negata la possibilità dell’oltre e dell’altrove, è un mondo che nega la speranza e la conoscenza, cioè la dignità stessa della persona. Per riaffermarla dobbiamo partire proprio da loro – dai migranti e dai profughi respinti e esclusi. Sono loro a darci le coordinate del futuro, a guidarci a un mondo dove staremo tutti meglio, riconoscendoci diversi come persone e uguali come cittadini. Ciao a tutti. Forza e continuiamo a camminare insieme”. Don Ciotti.

Inca Macerata